legame madre-figlioCon il termine “bonding”, viene indicato l’attaccamento che si sviluppa tra i genitori e il loro bambino appena nato ed in particolare il legame madre-figlio che si crea già nel grembo materno! E’ un legame fatto di coccole, infiniti baci, abbracci, carezze, fatto di mille attenzioni… E’ quel legame che spinge i genitori a correre subito al primo lamento del piccolo, anche durante la notte, è quell’istinto che ha la mamma nel prendersi cura e nutrire il proprio figlio. Io lo definirei un vero e proprio “innamoramento” infinito… eterno… che non svanisce mai! Da quando sono nati i miei figli, e l’ho sperimentato con entrambi, senti dentro di te un fortissimo attaccamento nei loro confronti, una relazione speciale che ti porta ad amare tuo figlio così com’è, senza pregiudizi! Quando li abbraccio, vorrei unire il mio cuore al loro, formare una “saldatura” per far si che questo legame non si spezzi mai! Questo è per me il bonding!

Eppure molto spesso capita che il legame madre-figlio non è immediato, a volte si può sviluppare in seguito, nei primi giorni dopo il parto o anche dopo mesi. Quando il legame non avviene da subito le cause possono essere: un parto cesareo, se il bambino ad esempio è nato prematuro ed ha trascorso tempo in TIN (terapia intensiva neonatale) o quando il bambino viene adottato; oppure se il parto è stato traumatico per la donna allora quest’ultima può con più fatica accettare il figlio: altre madri sviluppano la depressione post-partum che impedisce loro di instaurare in modo completo un legame con il proprio bambino. Se non ci sono problemi seri e il genitore non si sente molto ansioso o magari colpevole di qualcosa, con il tempo tale attaccamento tende comunque ad instaurarsi.

Studi dimostrano che il forte legame tra madre-figlio (o comunque tra genitori e figlio) fornisce al bambino il primo modello per i rapporti intimi e promuove un senso di sicurezza e di positiva autostima. E la risposta dei genitori ai segnali del neonato può influenzare in modo sempre positivo, il suo sviluppo cognitivo e sociale.

L’attaccamento si sviluppa in tanti modi: guardando il neonato, accarezzandolo, prendendosi cura di lui, della sua alimentazione, allattandolo al seno, etc… Tra i vari fattori che determinano l’attaccamento ritroviamo come canale privilegiato “la suzione”, intesa non soltanto come nutrimento da parte della mamma, ma perché viene soddisfatto il bisogno di sentirsi stretto, contenuto tra le braccia della mamma, favorendo così anche un contatto corporeo. Ciò avviene in primis con l’allattamento al seno, ma ciò può avvenire anche se la mamma allatta con il biberon.

I papà a volte hanno più difficoltà a stabilire un legame con il proprio figlio e per questo è importante facilitarlo già durante la gravidanza, magari accarezzando il pancione della mamma, partecipando alle visite prenatali, entrando in sala parto e fin da subito dopo la nascita contribuire il più possibile alle cure del neonato.

Sia io che mio marito abbiamo stabilito da subito un forte legame con i nostri bambini. Per nostra fortuna tutto è andato bene al momento del parto e ciò ha permesso ad entrambi di stabilire senza problemi o difficoltà la relazione genitore-bambino. Nella mia prima gravidanza ero un po’ preoccupata quando ho saputo che avrei  partorito con il cesareo proprio perché pensavo al fatto di non poter abbracciare subito la mia bambina. Preoccupazione terminata nel momento in cui, in sala operatoria, appena nata, Marta mi è stata messa accanto al mio viso. Lei piangeva tantissimo e non appena le nostre guance si sono sfiorate, ha smesso! E’ stato bellissimo. Ho sentito subito che quel forte legame era già presente tra noi!!!

I primi mesi con il bambino sono fonte di stress soprattutto per la mamma e per tale motivo il marito, i familiari devono sostenere la mamma così da facilitare il legame madre-bambino.

 

Info sull'autore

Teresa
Teresa
Sono mamma, blogger per passione, laureata in terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, da sempre nel settore della prevenzione e riabilitazione, svolgo il mio lavoro presso studi privati e centri di riabilitazione; collaboro con ludoteche per la presentazione di progetti educativi e ludici in età evolutiva

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