le prime regoleLe prime regole ai bambini vanno insegnate dai genitori già nella prima infanzia. Dopo i primi mesi di vita, arriva il momento che i genitori devono dare delle regole comportamentali ai propri figli per evitare di ritrovarsi, in futuro, con figli adolescenti che dimostrano una maggiore fragilità emotiva, proprio a causa dei pochi “no” che hanno avuto da piccoli.

E’ quello che hanno affermato i  pediatri italiani. Secondo i pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), infatti, dare regole al bambino e qualche divieto fa bene. Le regole aiutano i bambini a crescere meglio.

Certo non dobbiamo soffocarli con tante regole e proibizioni, bensì gli esperti dell’età evolutiva e psicologi, consigliano che la via giusta è “educare, ma senza soffocare”. Un approccio educativo, autorevole è quello che ci vuole.  Non bisogna lasciare i bambini crescere senza i “no”, e liberi di fare ciò che vogliono, anche quando sono molto piccoli.

Le regole devono essere chiare, precise e logicamente adeguate all’età del bambino.  Ad esempio per un bambino piccolo (di circa 3 anni) le regole devono essere in numero minimo e che riguardano, ad esempio, la sua vita quotidiana.  Il tipo di richiesta ed il numero di regole da parte dei genitori cambieranno mano mano che il bimbo cresce.

Con Marta, io e mio marito, abbiamo stabilito pochissime regole, in base alla sua età e spesso le spieghiamo che in alcuni casi non può decidere lei, ma noi adulti. E’ importante che prima  i genitori siano daccordo sulle regole da dare al bambino: es che si mangia tutti seduti a tavola , non si urla, i giochi vanno messi in ordine. Certo, personalmente, come mamma non pretendo che la mia bambina metta tutta la cameretta in ordine perchè ha comunque due anni, ma basta l’iniziativa, poi è normale che io o mio marito la aiutiamo nel riporre tutti i giochi.

Nella mia esperienza lavorativa come terapista, ho sempre suggerito ai genitori dei miei pazienti la coerenza nel dare le regole. Una volta data una regola al bambino questa non va mai cambiata  al momento per evitare i capricci o rifiuti del bambino. Il genitore deve essere coerente. E poi davanti ai suoi capricci mai urlare più di lui, ma parlargli a voce bassa. Se il bambino fa i capricci, noi genitori dobbiamo mantenere il controllo. Se urliamo più di lui non serve a niente. Manteniamo la calma. Questo aspetto del mantenere la calma, l’ho sperimentato anch’io come mamma: quando Marta fa un capriccio (non sempre), se la ignoro un attimo, si calma e le posso parlare e spiegare, ma se urlo più di lei, peggioro solo la situazione!

Oggigiorno è dura, secondo me, fare i genitori. Siamo in una società dove gli adulti cercano di soddisfare ogni desiderio dei propri figli. E questo sappiamo che è sbagliato.  La rinuncia a regole, a dire “no”, porta il bambino a crescere senza una consapevolezza di scegliere ciò che vuole e non vuole. In questa “emergenza educativa” ci ritroviamo anche i nonni e gli zii che non stanno dalla parte dei genitori, anzi spesso mettono in atto comportamenti ancora più diseducativi da contrastare l’educazione data dai genitori ai bambini.

 

Info sull'autore

Teresa
Teresa
Sono mamma, blogger per passione, laureata in terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, da sempre nel settore della prevenzione e riabilitazione, svolgo il mio lavoro presso studi privati e centri di riabilitazione; collaboro con ludoteche per la presentazione di progetti educativi e ludici in età evolutiva

Commenti

  1. Concordo in toto con il tuo bellissimo post! Però secondo me la figura genitoriale al giorno d’oggi viene proprio sminuita. Non ci sono solo i nonni, gli zii, nel mio caso i vicini, che interferiscono ma anche alcuni insegnanti e la legge stessa. Devi stare attento a come parli, al tono di voce, se ti scappa uno scapaccione e così via… io ad esempio non amo le punizioni corporali ma se vedo una mamma che tiro una sculacciata al figlio non mi intrometto e non mi scandalizzo per questo! Ti racconto una cosa che mi successe un annetto fa: ero al supermercato con il gremlins che stava facendo un capriccio e con voce tranquilla gli ho detto la nostra solita frase, frase di rito nelle situazioni di emergenza che vuol dire castigo assicurato dicendogli “smettila se no ti metto in punizione fino a 18 anni”. Io credo che anche un imbecille avrebbe capito che la frase era fine a se stessa, anche non conoscendomi, e che ovviamente non avrei messo in punizione un bambino di 4 anni per 14 anni a fila. Invece una commessa tutta seria si è intromessa dicendomi “guardi signora che la denunciano e la mandano in galera”…io giuro sono rimasta senza parole, giuro ammutolita (anche se avrei dovuto rispondere per le rime)! La commessa continuò ad andare avanti con sta storia, mentre io me ne andavo continuando a dire “ma pensa te che lo mette in castigo fino a 18 anni”. Questo per dire che viviamo in una società di “caccia alle streghe”, i genitori ormai sono completamente sminuiti, devi stare attento/a ad ogni cosa, anche a come parli e questo non aiuta di certo. Perché un genitore secondo me per essere efficace deve essere se stesso, magari anche sbagliando perché siamo umani, ma sempre se stesso…se invece viene condizionato da tutto ciò che è esterno alla famiglia non potrà mai trovare la sua dimensione come genitore, rimanendo un genitore debole agli occhi del figlio che, come giustamente scrivi tu, crescerà fragile, ineducato, spaesato! Far piangere un figlio per un no non vuol dire farlo soffrire (io sto più male di lui quando lo vedo piangere ma rimango sulla mia posizione) ma prepararlo ai no che incontrerà nella vita, a fortificarlo quando incontrerà delle avversità. Però bisogna poter fare i genitori senza tante interferenze! Nessuno fino a 30 anni fa si sarebbe mai intromesso com’è successo a me, sarebbe stato impensabile è vero che cambia tutto nella vita però esiste sempre la via di mezzo tra educazione autoritaria com’era una volta e educazione lassista o del tutto inesistente! Se mi permetti ti lascio questo post che avevo scritto ad ottobre 2013 che ti dà un po l’idea di come la penso http://www.figlimoderni.it/2013/10/educazione-e-punizioni.html
    Ciao!
    Giorgia

    • TeresaTeresa

      Ciao Giorgia, condivido pienamente quello che scrivi. Purtroppo hanno costruito una societá arrogante, basata sull’ignoranza, dove ognuno ha perso la propria personalitá, il proprio “io”, omologandosi alla “massa”. Chi va controcorrente è ovvio che si senta oppresso ed è per questo che bisogna ritrovare i valori della famiglia come punto di forza per non farsi sopraffare. Giusto per precisare, il post che ho pubblicato non vuole essere un monito per i genitori, ma un consiglio dettato dalla mia esperienza lavorativa per invitare i genitori a dare semplici regole ai bambini giá da quando sono piccoli.
      Teresa

      • Sì Teresa, ho compreso il tuo bellissimo articolo e mi trovi d’accordo con te, in toto! Il problema è che non è così semplice! Io ogni giorno vedo mamme che fanno per filo e per segno ciò che dice la maestra, ora per carità senza nulla togliere alla maestra che ci può dare un consiglio ma l’educazione la deve dare il genitore…magari sbaglio ma se uno fa ciò che dice la maestra, poi incontra un’altra persona che dice cose diverse e fa come gli dice l’altra persona non è un genitore credibile, sei in balia degli altri e generi confusione nei figli. Già possiamo creare confusione in due (papà e mamma) se poi ci aggiungiamo tutti gli altri diventa un disastro! Le regole che io dò da sempre al gremlins vengono completamente modificate, cancellate. Io ad esempio dai suoi 3 anni gli ho insegnato ad usare le posate, ad avere sì il bavaglino al collo ma anche il tovagliolo a fianco…poi ti vanno all’asilo e gli insegnano a pulirsi le mani sul bavaglino, così i bambini dove sono sono, se non hanno il bavaglino al collo, hanno l’abitudine di pulirsi le mani sulla maglietta. E’ un esempio molto banale ma se fino ai 3 anni lo educhi davvero come vuoi poi devi fare i conti con il resto del mondo, con abitudini, pensieri, metodi educativi diversi se non opposti ai tuoi e perciò combattere ogni giorno con ciò che tu fai e gli altri disfano. Come giustamente scrivi “Oggigiorno è dura, secondo me, fare i genitori.”

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